DIRITTI A CANESTRO
DIRITTI A CANESTRO
Questo progetto che nasce direttamente da una idea del Presidente della CBF Fernando Monetti, vede di base un accordo firmato con UNICEF Italia e con F.I.P , oltre ad avere anche il patrocinio del CONI, il quale sancisce i principi collaborativi e inclusivi di questo progetto pilota indirizzato a 18 atleti ( 9 maschi e 9 femmine) che in età tra i 14/15 anni, tutti provenienti dai paesi più disagiati del mondo , possano attraverso una opportunità unica essere al centro del progetto stesso e oltre a praticare la pallacanestro ad alti livelli, allenandosi per diverse ore al giorno , possano studiare, imparare più lingue e svolgere un’attività sociale inclusiva con i loro coetanei, in modo che questo percorso li possa portare al raggiungimento del 19 esimo anno di età a scegliere se diventare professionisti nello sport , testimonial nel loro paese del progetto anche attraverso la stessa Unicef, trovare lavoro sia in Italia che all’estero , continuare con gli studi universitari, ( su questo la CBF sta lavorando per dare loro la possibilità di avere attraverso sempre il basket e alcune università americane, delle borse di studio a loro dedicate ), in modo da diventare uomini e donne liberi di scegliere serenamente il loro futuro.
Il progetto è iniziato concretamente già da più di un anno , nonostante le mille difficoltà della pandemia, i primi 6 ragazzi ( 3 ragazze e 3 ragazzi ) provenienti dal Senegal sono già integrati , giocano nelle rispettive squadre di categoria della CBF e vanno a scuola .
Il progetto di grandissima visibilità mediatica ha bisogno continuamente di essere sostenuto economicamente con Partner che potranno diventare sponsor, donatori, o comunque essere vicino al progetto sostenendolo nelle sue diverse fasi, sia in quella attuale, che in quella che sarà poi la fase 2 che prevede l’arrivo di altri ragazzi e ragazze.
Il progetto è iniziato concretamente già da più di un anno , nonostante le mille difficoltà della pandemia, i primi 6 ragazzi ( 3 ragazze e 3 ragazzi ) provenienti dal Senegal sono già integrati , giocano nelle rispettive squadre di categoria della CBF e vanno a scuola .
Il progetto di grandissima visibilità mediatica ha bisogno continuamente di essere sostenuto economicamente con Partner che potranno diventare sponsor, donatori, o comunque essere vicino al progetto sostenendolo nelle sue diverse fasi, sia in quella attuale, che in quella che sarà poi la fase 2 che prevede l’arrivo di altri ragazzi e ragazze.
Obiettivo generale
Il Progetto Diritti a Canestro si pone come scopo generale la progettazione, l’implementazione e lo sviluppo partecipato di un percorso educativo - sportivo sperimentale per dei giovani in stato di vulnerabilità capace di fornire un ’istruzione di qualità per migliorare il rendimento scolastico e lo sviluppo delle loro competenze che comprendono autostima, emancipazione e leadership, contribuendo al miglioramento del loro benessere e delle loro future prospettive attraverso il coinvolgimento della rete progettuale (Ministeri, Federazioni, Istituti, Associazioni, Fondazioni, Enti, altro).
Il progetto prevede una prima fase sperimentale (durata stimata di 3 anni) attraverso cui poterlo validare nella successiva fase di riprogettazione. La fase pilota sarà sviluppata esclusivamente in una sola comunità italiana attraverso l’attivazione di partenariati articolati nelle diverse aree d’intervento, per 6 ragazzi/e, attori principali del progetto.
Una volta validato il modello, verrà creato un network nazionale (fase 02) a partire dal quale diffondere il modello di percorso educativo – sportivo.
Obiettivi specifici
1. SELEZIONARE E FORMARE UN GRUPPO DI GIOVANI con l’obiettivo di fornire le competenze per la loro crescita individuale utili ad ampliare le loro prospettive future e perché rappresentino testimoni della pratica dello sport in sicurezza come strumento di miglioramento del rendimento scolastico e dello sviluppo delle loro competenze che comprendono autostima, emancipazione e leadership affinché siano volani di sviluppo ed integrazione nelle loro comunità di provenienza
2. MAPPARE LE INIZIATIVE ATTUALI già attive in Italia e nei Paesi di origine dei ragazzi e presentare prove su come sfruttare il potere dello sport per migliorare la vita di bambini e giovani per promuovere risultati positivi in quattro aree specifiche:
- Formazione scolastica
- Integrazione sociale
- Protezione dei minori
- Potenziamento delle conoscenze e competenze
3. Promuovere la CRESCITA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI coinvolti nel progetto in Italia attraverso il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, dei docenti e di tutti gli alunni in un percorso che mira a dare piena attuazione al diritto all'apprendimento dei bambini e dei ragazzi (Scuola Amica dei Bambini e delle Bambine).
4. Promuovere la CRESCITA DEI CENTRI SPORTIVI coinvolti nel progetto in Italia (Progetto UNICEF Italia - Sport Amico) e nei Paesi di origine dei giovani beneficiari, attraverso azioni mirate di formazione e scambio di buone pratiche a cura di team di esperti (staff UNICEF, CONI, FIP, CBF, e Ministeri). Finanziare/Supportare la ricerca di fondi per la RISTRUTTURAZIONE/COSTRUZIONE di impianti sportivi e_ l’ATTIVAZIONE/POTENZIAMENTO dei servizi a supporto delle attività progettuali, al fine di garantire:
▪ un’ambiente in cui i bambini possano praticare sport in sicurezza, protetti da rischi di violenza, abusi, atti di bullismo, regole eccessive e/o punizioni, molestie, eccessi nella formazione agonistica;
▪ che i bambini siano istruiti da personale qualificato con adeguate competenze di coaching, adeguata formazione e accesso ad uno sviluppo professionale continuo;
▪ un ambiente idoneo per praticare attività sportiva a misura di bambino, architettonicamente sicuro e protetto per la pratica sportiva, l’allenamento e la competizione (in conformità alle norme e ai principi nazionali, delle Nazioni Unite, dell’OIL, dell’UNICEF e dell’UNESCO);
▪ protezione da tutte le forme di sfruttamento, compreso quello politico, sociale ed economico.
5. ATTIVARE UN PROCESSO DI MONITORAGGIO della qualità dei percorsi scolastici e sportivi dei giovani e dell’acquisizione di competenze di base per ciascun ambito di formazione dei giovani coinvolti nel progetto, attraverso il tutoraggio personalizzato nei vari settori.
6. Creare un TEAM DI FORMATORI, operante in Italia e nei Paesi di provenienza, a supporto dell'integrazione e della formazione scolastica – _sportiva dei giovani selezionati, così come della replicabilità del modello nei Paesi di origine dei ragazzi protagonisti della sperimentazione, al fine di:
-assicurare il reclutamento, la formazione adeguata e lo sviluppo professionale continuo di tutor, allenatori, personale delle organizzazioni/associazioni che lavorano a contatto con i giovani beneficiari del progetto;
-promuovere, in fase contrattuale, l’adesione alle norme e ai principi nazionali del Paese in cui si opera ed internazionali dell’ONU, dell’OIL, dell’UNICEF e dell’UNESCO, compresi gli orientamenti, i codici e le politiche che danno attuazione a tali norme e principi (CRC, Carta Internazionale dei Diritti Umani, ect);
-attuare e mantenere attivo nel tempo per tutto il personale dell’organizzazione un sistema di requisiti minimi quali competenze specifiche per la mansione, formazione, controllo dei precedenti penali e valutazione psicologica.
7. Costituire un NETWORK STABILE DI SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI INCLUSIONE socio educative, ricreative e sportive, in Italia e nei Paesi di origine dei ragazzi coinvolti, promuovendo la comprensione dei principi, attraverso un dialogo regolare all’interno dell’organizzazione, tra tutti i soggetti coinvolti - bambini, stakeholder esterni, tutori, scuole, tutor e atleti adulti - in modo che i principi siano correttamente applicati in base ad ogni specifica situazione.
8. Creare un COMITATO SCIENTIFICO per il monitoraggio e il miglioramento continuo di tutte le attività del progetto stesso.
Il Progetto Diritti a Canestro si pone come scopo generale la progettazione, l’implementazione e lo sviluppo partecipato di un percorso educativo - sportivo sperimentale per dei giovani in stato di vulnerabilità capace di fornire un ’istruzione di qualità per migliorare il rendimento scolastico e lo sviluppo delle loro competenze che comprendono autostima, emancipazione e leadership, contribuendo al miglioramento del loro benessere e delle loro future prospettive attraverso il coinvolgimento della rete progettuale (Ministeri, Federazioni, Istituti, Associazioni, Fondazioni, Enti, altro).
Il progetto prevede una prima fase sperimentale (durata stimata di 3 anni) attraverso cui poterlo validare nella successiva fase di riprogettazione. La fase pilota sarà sviluppata esclusivamente in una sola comunità italiana attraverso l’attivazione di partenariati articolati nelle diverse aree d’intervento, per 6 ragazzi/e, attori principali del progetto.
Una volta validato il modello, verrà creato un network nazionale (fase 02) a partire dal quale diffondere il modello di percorso educativo – sportivo.
Obiettivi specifici
1. SELEZIONARE E FORMARE UN GRUPPO DI GIOVANI con l’obiettivo di fornire le competenze per la loro crescita individuale utili ad ampliare le loro prospettive future e perché rappresentino testimoni della pratica dello sport in sicurezza come strumento di miglioramento del rendimento scolastico e dello sviluppo delle loro competenze che comprendono autostima, emancipazione e leadership affinché siano volani di sviluppo ed integrazione nelle loro comunità di provenienza
2. MAPPARE LE INIZIATIVE ATTUALI già attive in Italia e nei Paesi di origine dei ragazzi e presentare prove su come sfruttare il potere dello sport per migliorare la vita di bambini e giovani per promuovere risultati positivi in quattro aree specifiche:
- Formazione scolastica
- Integrazione sociale
- Protezione dei minori
- Potenziamento delle conoscenze e competenze
3. Promuovere la CRESCITA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI coinvolti nel progetto in Italia attraverso il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, dei docenti e di tutti gli alunni in un percorso che mira a dare piena attuazione al diritto all'apprendimento dei bambini e dei ragazzi (Scuola Amica dei Bambini e delle Bambine).
4. Promuovere la CRESCITA DEI CENTRI SPORTIVI coinvolti nel progetto in Italia (Progetto UNICEF Italia - Sport Amico) e nei Paesi di origine dei giovani beneficiari, attraverso azioni mirate di formazione e scambio di buone pratiche a cura di team di esperti (staff UNICEF, CONI, FIP, CBF, e Ministeri). Finanziare/Supportare la ricerca di fondi per la RISTRUTTURAZIONE/COSTRUZIONE di impianti sportivi e_ l’ATTIVAZIONE/POTENZIAMENTO dei servizi a supporto delle attività progettuali, al fine di garantire:
▪ un’ambiente in cui i bambini possano praticare sport in sicurezza, protetti da rischi di violenza, abusi, atti di bullismo, regole eccessive e/o punizioni, molestie, eccessi nella formazione agonistica;
▪ che i bambini siano istruiti da personale qualificato con adeguate competenze di coaching, adeguata formazione e accesso ad uno sviluppo professionale continuo;
▪ un ambiente idoneo per praticare attività sportiva a misura di bambino, architettonicamente sicuro e protetto per la pratica sportiva, l’allenamento e la competizione (in conformità alle norme e ai principi nazionali, delle Nazioni Unite, dell’OIL, dell’UNICEF e dell’UNESCO);
▪ protezione da tutte le forme di sfruttamento, compreso quello politico, sociale ed economico.
5. ATTIVARE UN PROCESSO DI MONITORAGGIO della qualità dei percorsi scolastici e sportivi dei giovani e dell’acquisizione di competenze di base per ciascun ambito di formazione dei giovani coinvolti nel progetto, attraverso il tutoraggio personalizzato nei vari settori.
6. Creare un TEAM DI FORMATORI, operante in Italia e nei Paesi di provenienza, a supporto dell'integrazione e della formazione scolastica – _sportiva dei giovani selezionati, così come della replicabilità del modello nei Paesi di origine dei ragazzi protagonisti della sperimentazione, al fine di:
-assicurare il reclutamento, la formazione adeguata e lo sviluppo professionale continuo di tutor, allenatori, personale delle organizzazioni/associazioni che lavorano a contatto con i giovani beneficiari del progetto;
-promuovere, in fase contrattuale, l’adesione alle norme e ai principi nazionali del Paese in cui si opera ed internazionali dell’ONU, dell’OIL, dell’UNICEF e dell’UNESCO, compresi gli orientamenti, i codici e le politiche che danno attuazione a tali norme e principi (CRC, Carta Internazionale dei Diritti Umani, ect);
-attuare e mantenere attivo nel tempo per tutto il personale dell’organizzazione un sistema di requisiti minimi quali competenze specifiche per la mansione, formazione, controllo dei precedenti penali e valutazione psicologica.
7. Costituire un NETWORK STABILE DI SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ DI INCLUSIONE socio educative, ricreative e sportive, in Italia e nei Paesi di origine dei ragazzi coinvolti, promuovendo la comprensione dei principi, attraverso un dialogo regolare all’interno dell’organizzazione, tra tutti i soggetti coinvolti - bambini, stakeholder esterni, tutori, scuole, tutor e atleti adulti - in modo che i principi siano correttamente applicati in base ad ogni specifica situazione.
8. Creare un COMITATO SCIENTIFICO per il monitoraggio e il miglioramento continuo di tutte le attività del progetto stesso.